Ancora non posso credere di averlo fatto. Bastavano solo pochi click (relativamente...). Eppure mi ci sono voluti parecchi anni a decidermi. Ma quelle scossettine elettriche sotto la pelle, quegli sprazzi ingiustificati e improvvisi di euforia e leggerezza sono diventati sempre più insistenti e sempre più difficili da ignorare sebbene, ve lo posso assicurare, io ci abbia provato strenuamente.
Sempre in bilico tra il “wanna be qualcosa e il non ce la posso fare”, per non sbagliare di norma evito direttamente di provarci, stroncando così il problema a monte; ma stavolta quest’idea continuava a ronzarmi in testa e a punzecchiarmi, procurandomi un bizzarro senso di eccitazione tendente all’ebrezza e a darmi l’impressione di saltellare su soffici nuvolette bianche invece che camminare sul duro asfalto di città. Mi scoprivo a sorridere all’idea di nascosto a me stessa e se allora ci pensavo un po’ più sobriamente constatavo che sorridevo lo stesso.
Sapevo di volerlo fortissimamente, il solo pensiero mi procurava effervescenza, ma lo sforzo caratteriale che mi richiedeva passare dai pensieri ai fatti mi sembrava inarrivabile. Non fraintendetemi, credo spassionatamente che dovendo scegliere tra il rimorso e il rimpianto, il primo sia senz’altro preferibile al secondo, ma sarei molto disonesta, con me stessa prima di tutto, se non ammettessi che indubbiamente tendo molto più a “non fare” ammiccando al rimpianto che ad agire correndo il pericolo di sbagliare (pubblicamente). Avrei quindi sinceramente preferito restarmene comodamente floscia e accartocciata sui miei arzigogolati pensieri, sulle mie astratte fantasie e sulle mie astruse aspirazioni, che lasciare invece i suddetti liberi di dispiegarsi e di uscire fuori da me, dove ero riuscita sinora a tenerli rinchiusi, in modo che gli altri non potessero vederli e quindi, eventualmente, deriderli. Invece questa volta è andata diversamente, mi sono parlata talmente forte e chiaro che ho dovuto ascoltarmi e assecondarmi e lasciarmi libera di fare, o almeno di tentare di fare, quello che mi va. Così ho deciso che questa primavera sarebbe stata la primavera e che finalmente avrei trasformando il condizionale in indicativo. E così è stato, è appena successo. Mi sono (pubblicamente) esposta, sebbene questo mi terrorizzi.