Nani: silenzio.
Babbo: Settembre.
Babbo: In che mese siamo adesso?
Caterina (sicura): Settembre.
Babbo: E che mese viene dopo?
Lorenzo (esultante): Mercoledì!
(Sono piegata sulla tavola)
Babbo: E quanti mesi ci sono in un anno?
Caterina (euforica): 44!
Una cena come tante a casetta storta. Si mangia, si parla e si ride, si ride, si ride...
Momenti di allegra genuinità familiare.
Lunedì ha suonato la prima campanella dell'anno e i nani hanno inaugurato la loro seconda stagione alla materna. Come da manuale li ho accompagnati a scuola, per una volta incredibilmente in perfetto orario. Quest'anno però siamo entrati a passi svelti dal portone e i pestiferi hanno quasi ricambiato il sorriso delle sempre bonarie bidelle che li accoglievano all'ingresso; hanno camminato impazienti attraverso il lungo corridoio che li conduceva alle loro nuove aule di cui saranno ospiti, pare, per i prossimi due anni e che cercavamo (tutti e tre) curiosi come scimmiette. Stavolta erano emozionati, a tratti forse addirittura contenti (ora vaneggio), in ogni modo non intimoriti e spaesati come furono lo scorso settembre.
E in un battibaleno tutto è tornato come prima, come se nulla si fosse mai interotto.
Con Lorenzo che inizia la giornata, sin dalla prima sveglia del primo giorno signori, ripeto: prima sveglia del primo giorno, con una scenata perché non si vuole alzare e con Caterina che già dopo solo il primo giorno di scuola signori, ripeto: solo dopo il primo giorno (a orario ridotto, peraltro) torna a casa così stanca da addormentarsi non appena si appoggia a qualunque cosa la sorregga e così facile alla lacrima, da farsi sfuggire un piantino al primo nonnulla (ah Caterina, Caterina, come faremo quando saremo in due con la PMS?).
Con Lorenzo che inizia la giornata, sin dalla prima sveglia del primo giorno signori, ripeto: prima sveglia del primo giorno, con una scenata perché non si vuole alzare e con Caterina che già dopo solo il primo giorno di scuola signori, ripeto: solo dopo il primo giorno (a orario ridotto, peraltro) torna a casa così stanca da addormentarsi non appena si appoggia a qualunque cosa la sorregga e così facile alla lacrima, da farsi sfuggire un piantino al primo nonnulla (ah Caterina, Caterina, come faremo quando saremo in due con la PMS?).
Sicché eccoci, è questo il vero segno che l'estate è finita (ma è mai iniziata quest'anno?), si inizia a correre sul serio adesso, siete pronti? Io no, non lo sono mai, la cosa che mi sentireste dire più spesso se mi conosceste sarebbe: sì, ma aspetta un attimo!