Pagine

martedì 22 aprile 2014

Aprile: il grande sonno, il sole, le grigliate e la Pavlova della Bella Addormentata

A Fonzie





Si dice, aprile dolce dormire e io, non sono mai stata più d'accordo.

Vera protagonista del mese, un'improvvisa quanto invincibile ondata di sonno mi è spietatamente piombata addosso, decisa a giganteggiare sui bei progetti e sui buoni propositi primaverili che mi ero immaginata di realizzare. I giorni sono volati e io li ho rincorsi, peccato che, con in dote la flemma della Bella Addormentata, questa corsa fosse alquanto svantaggiata.

E in queste settimane, impostata contro la mia volontà in modalità di risparmio energetico, molte questioni si sono accumulate...

e accumulate...

e molte faccende sono state lasciate al caso




Ci sono stati anche i miei primi, poco convinti, tentativi di remise en forme. 
Direi, lasciamo perdere!
#amaggiononpossofallire
#cominciodomanni
#allaprovacostumemancaancoraunsacco
#celapossofare


Anche se forse ho avuto più successo in altri campi











Ma soprattutto aprile è stato il mese delle nostre prime grigliate nel verde dei parchi e dei boschi, alla dolce solina di primavera.







Delle nostre scampagnate in mezzo al verde.







... e in mezzo ai prati fioriti







... con i nostri twins




... e le merende di mamma


Della Pasqua a casa, in Maremma, dove siamo cresciuti e dove sempre torneremo.





E che Pasqua sarebbe senza le uova?
#cosadiavolocifacciooraconquestomaredicioccolata


E che dire della mia fuga nei dintorni di Perugia? 
Questo però, merita davvero un post 
A breve.


Sono andata a imparare a fare il DivinoCroissant e la PizzachenonImmaginavo


 Questi che vedete sono la parte pratica in fase di corso...


Con i croissant potevo essere più precisa ma, giuro, erano comunque fa-vo-lo-si! 
Sull'alveolatura (oh, si chiama così) della MIA (!) pizza invece, ho ricevuto tanti complimenti.
Sia chiaro, il merito è tutto degli eccezionali maestri, Paoletta e Adriano, di cui vi narrerò prestissimo, ma non ora, perché prima vi devo raccontare come è andata a finire con la mia Pavlova.

Be', direi piuttosto bene.

Eccola


L’incontro con Miss Pavlova è stato a dir poco sorprendente.
Così bella, preziosa ed elegante nell’aspetto, non la immaginavo altrettanto sopraffina nel sapore. 
Bianca e candida come l'immacolato tutù di una ballerina, con la struttura leggera di una danzatrice, si rivela inaspettatamente ricca di personalità e perfettamente bilanciata nell'equilibrio che mantiene tra delicatezza e golosità.
Credetemi, ogni morso regala felicità. Felicità estemporanea, d'accordo, ma felicità candida e pura.
A mio avviso, la Pavlova, così come la grande ballerina russa, merita una considerazione particolare e per questo va riservata alle occasioni speciali, fermo restando che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero assaporare tanta dolce armonica bontà. Se non la provate, vi sarete persi il sapore di un pezzetto di paradiso.



Come già spiegato si tratta di una base di meringa, arricchita da panna montata non zuccherata e frutta fresca.
Nel mio caso, anziché fare una torta unica, ispirandomi alla Pavlova in rosso di Csaba della Zorba, da cui ho tratto anche la ricetta dell'impasto della meringa, ho fatto dei cestini di grandezza media o medio-piccola (ogni cestino bastava tranquillamente per due, supergole a parte!) che ho poi farcito con panna, salsina di mirtillo e frutti di bosco. 
Ora vi spiego come si fa.

Ingredienti:

Base di meringa
150 gr di albumi d'uovo 
150 gr di zucchero semolato fine
150 gr di zucchero a velo

Salsa di mirtillo
250 ml di succo di mirtillo
110 gr di zucchero bianco fine

Decorazione
250 ml ca. di panna fresca da montare 
frutti di bosco a piacere (almeno 1 vaschetta da 125 gr)
zucchero a velo a piacere

Per preparare la base di meringa procedete così:

Ponete gli albumi in una ciotola. In un piatto a parte mescolate lo zucchero semolato con lo zucchero a velo e aggiungete 2/3 di questo composto zuccherino alle chiare. Montate a neve con le fruste elettriche per circa 5-7 minuti (nel mio caso ce ne sono voluti 10-12), o finché non siano ben ferme. Poi aggiungete a pioggia in 2 volte il restante terzo di zucchero, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto con una spatola. In questo modo l'impasto della meringa diventerà più lucido e compatto.


Ora trasferite il composto in un sac à poche, scegliete la bocchetta che preferite e create i vostri cestini nella misura che volete adottare.
Nello specifico, io ho creato un dischetto sottile e piatto come base, poi ho fatto 2 o 3 robusti giri completi (ad anello), che ho sovrapposto uno sull'altro, per creare i bordi. Non è difficile.


Ponete in forno statico già preriscaldato a 105° per circa un'ora e un quarto, ma potrebbe servirvi più o meno tempo secondo la grandezza che avete dato alle vostre meringhe, la potenza del vostro forno, il punto di cottura che preferite. Lasciatele freddare e trasferitele con molta delicatezza, perché queste delizie zuccherose sono fragili e preziose, non è il caso di essere maldestri.
Come raccontavo a proposito delle semplici meringhe, fuori saranno leggermente indurite, scricchioleranno sotto i denti e saranno tendenti allo sbriciolamento, dentro resteranno morbide e cremose (praticamente, leggermente crudine).
Potendo, sarebbe meglio prepararle il giorno precedente, lasciandole riposare dentro una credenza (al riparo da ogni pericolo) per poi riprenderle il dì successivo e assemblarle un attimo prima di servirle.

Al momento che giudicherete opportuno, un po' prima di procedere all'assemblamento del dolce, preparate la salsina di mirtillo.
Mettente il succo di mirtillo in un pentolino sul fuoco insieme allo zucchero e mescolate fintanto che quest'ultimo si sia sciolto. Poi portate la salsina a ebollizione e lasciate cuocere, possibilmente a fiamma non troppo alta (perché oltretutto schizza) per altri 10 minuti circa, o finché la salsa si sarà leggermente addensata, ma senza esagerare, perché bisogna tener conto che raffreddandosi tirerà ancor di più.

Lavate delicatamente i frutti di bosco e asciugateli tamponandoli con amore.
Montate la panna fresca con le fruste (elettriche, of course, ma se siete tenaci e disponete di un polso d'acciaio, ce la potete fare anche a mano) senza aggiunta di zucchero, prendendola all'ultimo dal frigo dove, se sarete stati veramente scrupolosi, avrete anche messo le fruste e il recipiente in cui la monterete.


Trasferite la panna montata in un sac à poche.

Adesso potete farcire a piacere.

Io ho fatto così.
Prendete i vostri gusci e sistemateli su un bel piatto da portata, oppure se preferite disponete ogni guscio su un singolo piattino da dessert. A questo punto, aiutandovi con il sac à poche riempite la cavità del cestino di meringa con la panna montata e su di essa versate a piacere la salsa di mirtillo raffreddata, avendo cura di farne cadere un po' anche sui bordi esterni della meringa, disponete in cima i frutti bosco freschi e, volendo, cospargete con quel tanto di zucchero a velo che serve a rendere tutto più magico.


Amici miei, fate come vi pare, ma di chicche così buone ed elevanti non ce ne sono parecchie...




NOTA:
Per questo post, e per tante altre belle cose, ringrazio la mia amica Ilaria B. (una delle mie due carissime amiche Ilarie, tutte e due B. di cognome, bada te le combinazioni!).



Nessun commento:

Posta un commento