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sabato 6 dicembre 2014

La schiaccia

Non molto tempo fa leggevo sul blog di Chiara un post nel quale mi sono riconosciuta molto e che inizia così: "Spesso mi sento come se non facessi niente se non riesco fare tutto". 
Vero. Vero almeno per me, che in effetti mi sento proprio così abbastanza spesso. 
La riflessione è incentrata sul famoso multitasking, a cui pare dovremmo essere tutti votati al giorno d'oggi e che Chiara affronta dal punto di vista femminile. E' possibile essere una madre amorevole, presente e attenta, una lavoratrice inappuntabile, un'impeccabile padrona di casa e naturalmente anche una donna piacente, che ha cura di sé, del proprio aspetto, della propria salute, che quindi trova il tempo necessario per allenarsi con perseveranza, ma non trascura nemmeno il proprio intelletto e dunque legge, approfondisce, studia, si interessa e magari, dopo tutto questo, ha ancora tempo e voglia per uscire?  
La risposta è NO.  
NOOOOO! Rincaro.
Perciò, prosegue saggiamente Chiara, bisogna: 
a) prenderne atto e darsi pace;
b) smettere di pensare di poter fare tutto da sole e quindi non aver paura di collaborare, delegare, chiedere aiuto agli altri; 
c) rallentare, essere più clementi e realiste verso i propri limiti, dandosi obiettivi più piccoli da perseguire però con costanza;  
d) tenere le proprie cose (e, aggiungo io, i propri pensieri) in ordine, cosa che aiuterà a ottimizzare le risorse di cui disponiamo.
Infine, conclude, la cosa forse più importante, consiste nel fermarsi un attimo e, ogni tanto, darsi una rincuorante pacca sulle spalle. Così, tanto per ricordare a noi stesse che nonostante tutto, siamo state brave.




lunedì 6 ottobre 2014

Salva cena: risotto odoroso


Ingredienti (da 2 a 3 persone)

240 gr. di riso

2 carote, tritate 
2 costole di sedano con le loro foglioline più fresche e tenere, tritate 
1 ciuffo di prezzemolo, tritato 
1 cipolla rossa, tritata
2 piccoli scalogni, tritati
2 spicchi d'aglio, tritati

acqua, o brodo vegetale, calda/o
pasta di acciughe, facoltativa
concentrato di pomodoro, facoltativo
1/3 di bicchiere di vino rosso
olio extra vergine di oliva
sale, pepe, q.b.

Per mantecare
50 gr di parmigiano
1 tocchetto di burro




Procedimento

Tritate tutti gli odori con la mezzaluna (ovvero, fate un battuto) e metteteli in una pentola larga e mediamente fonda, dove avrete precedentemente versato un bel fondo d'olio extra vergine di oliva.
Se vi piace, aggiungete un po' di pasta d'acciughe, che darà più sapore e sapidità al piatto e una spruzzatina di concentrato di pomodoro, giusto per richiamare la vaga idea del pomodoro.



Accendete il fornello a fuoco medio, lasciate andare come un normale soffritto, salate come meglio ritenete.
Dopo 5-10 minuti, aggiungete il vino, alzate il fuoco e lasciate sfumare.
Dopo una ventina di minuti buttate il riso nel sughetto di soffritto, fatelo tostare 2-3 minuti, poi via via aggiungete dell'acqua calda o del brodo vegetale per cuocerlo.
Quando mancano pochi minuti al fine della cottura, aggiungete il parmigiano e mescolate con delicata accuratezza.
Quando il riso è pronto, spengete e aggiungete, se volete, un tocchetto di burro, che servirà a rendere il riso ancora più cremoso, ricco e armonioso.

Lasciate riposare un momentino primo di servire e poi adagiate sui piatti che arricchirete con un altro po' di parmigiano e una spolveratina di pepe nero.




giovedì 18 settembre 2014

Zucchine ripiene e 5 ottime crocchettine di riso. Il trillo della prima campanella e il mio saluto all'estate.

Babbo: In che mese siamo adesso?
Nani: silenzio.
Babbo: Settembre.
Babbo: In che mese siamo adesso?
Caterina (sicura): Settembre.
Babbo: E che mese viene dopo?
Lorenzo (esultante): Mercoledì!
(Sono piegata sulla tavola)
Babbo: E quanti mesi ci sono in un anno?
Caterina (euforica): 44!

Una cena come tante a casetta storta. Si mangia, si parla e si ride, si ride, si ride...
Momenti di allegra genuinità familiare.

Lunedì ha suonato la prima campanella dell'anno e i nani hanno inaugurato la loro seconda stagione alla materna. Come da manuale li ho accompagnati a scuola, per una volta incredibilmente in perfetto orario. Quest'anno però siamo entrati a passi svelti dal portone e i pestiferi hanno quasi ricambiato il sorriso delle sempre bonarie bidelle che li accoglievano all'ingresso; hanno camminato  impazienti attraverso il lungo corridoio che li conduceva alle loro nuove aule di cui saranno ospiti, pare, per i prossimi due anni e che cercavamo (tutti e tre) curiosi come scimmiette. Stavolta erano emozionati, a tratti forse addirittura contenti (ora vaneggio), in ogni modo non intimoriti e spaesati come furono lo scorso settembre.

E in un battibaleno tutto è tornato come prima, come se nulla si fosse mai interotto. 
Con Lorenzo che inizia la giornata, sin dalla prima sveglia del primo giorno signori, ripeto: prima sveglia del primo giorno, con una scenata perché non si vuole alzare e con Caterina che già dopo solo il primo giorno di scuola signori, ripeto: solo dopo il primo giorno (a orario ridotto, peraltro) torna a casa così stanca da addormentarsi non appena si appoggia a qualunque cosa la sorregga e così facile alla lacrima, da farsi sfuggire un piantino al primo nonnulla (ah Caterina, Caterina, come faremo quando saremo in due con la PMS?).

Sicché eccoci, è questo il vero segno che l'estate è finita (ma è mai iniziata quest'anno?), si inizia a correre sul serio adesso, siete pronti? Io no, non lo sono mai, la cosa che mi sentireste dire più spesso se mi conosceste sarebbe: sì, ma aspetta un attimo!


mercoledì 10 settembre 2014

La colazione dei campioni: Donna Hay mon amour! Tortini al cioccolato senza farina




In effetti non era questo il post che avevo in mente di scrivere, ma poi il naturale corso degli eventi ha preso il sopravvento.
I nani sono tornati a casa, la scuola (materna) inizia lunedì prossimo e fuori, proprio in questo momento, sta piovendo a dirotto. Che faccio, vado coraggiosamente a correre dopo aver finito qui, o passo e torno a letto un'altra mezzoretta? Di sicuro più invitante la seconda, con questa pioggia che ispira coccole e spinge verso il tepore delle lenzuola, si sentono anche i tuoni: è perfetto.

Dopo la più scarsa estate di cui ho memoria, l'autunno fa già capolino, non che la cosa mi dispiaccia. Le temperature sono ancora miti, ma le giornate sono taaaanto più corte, i ritmi già taaaanto più sostenuti e io comincio ad avere voglia di maglioni caldi e avvolgenti, sciarponi e cappotti, calze pesanti da mettere su gonne corte ma non più leggere, tazze bollenti tra le mani, forno acceso un giorno sì e un altro anche, risotto fumante nel piatto, divano, film in streaming, libri a letto e di passare più tempo nella nostra casa dolce casa, la nostra casetta storta.

E così, non appena Noccolo e Fata Birichina sono tornati all'ovile hanno reclamato le loro consuete colazioni, quelle made with love dalla loro mamma, che peraltro sono il mio must preferito, il momento più adorabile che passo in cucina. 
Unico neo: i bimbi sono abitudinari in fatto di gusti, o almeno i miei un po' lo sono, mentre a me piace sperimentare in continuazione. Per loro, fatta eccezione per qualche crostata, non esisterebbero altro che tortini al cioccolato e tortini al cioccolato e anche quelli, che siano sempre uguali. Non ti azzardare a fare tanti cambiamenti, e se proprio devi, cambia semmai la ricetta, ma che l'aspetto resti sempre più o meno lo stesso (l'importante è l'apparenza, lo si impara subito, evidentemente) perché se, come me quest'ultima volta, ne riduci la grandezza a più o meno la metà del solito, rischi di sentirti dire: "mamma, ma io così non li volevo, non mi piacciono!" Poi però se li magnano a due per volta e continuerebbero, se non glieli levassi di torno!


martedì 2 settembre 2014

La peperonata di babbo




Adoro i peperoni e la peperonata, seppur non da sempre. C'è stato un tempo, ormai lontano, in cui certi piatti e certi alimenti, non mi piacevano a prescindere. Era un discorso di antipatia a pelle, ma più che altro di pregiudizio, perché spesso e volentieri decidevo ancor prima di aver assaggiato che quella determinata cosa non faceva per me. Pazza! Quante delizie mi sono persa con questa stolta condotta.

Oggi la peperonata è per me uno dei piatti più irrinunciabili dell'estate. Certo, non leggerissima, talvolta un pelino vendicativa, ma talmente gioiosa e ricca di gusto che, quand'anche dovesse decidere di restare a fare compagnia al mio stomaco un po' più a lungo del dovuto, ne varrebbe a mio avviso comunque la pena.


Tuttavia, non tutte le peperonate sono uguali e devo ammettere che una buona come quella che mangio a Casa-Base non l'ho ancora trovata, a parte la mia of course! ;-D Vuoi perché la cucina di mamma e babbo è sempre un po' più speciale di quella di ogni altra persona o persino chef al mondo, dal momento che, anche inconsapevolmente, la si associa al proprio vissuto, alla propria fanciullezza e alla propria sfera affettiva, vuoi perché la cucina del mio babbo e della mia mamma è davvero, obiettivamente, parecchio e dico parecchio apprezzabile e infatti lo è anche al di fuori delle pareti domestiche.

mercoledì 6 agosto 2014

Tortino di melanzane panate


Essere o non essere vegetariani? Questo è il dilemma. 
Dilemma peraltro estendibile all'essere vegani, fruttariani, o molto altro ancora. Insomma essere più selettivi con il cibo che scegliamo, prendendo decisioni precise, in generale, più restrittive, non solo per quanto riguarda lo stile alimentare ma, a partire da quello, attuando scelte che determinano e condizionano il nostro stile di vita. Le ragioni possono essere svariate: dalla salute all'etica, dall'ambiente alla politica, da ragioni strettamente economiche ad altre semplicemente personali e via discorrendo...

Penso alla mia amica F. che qualche anno fa decise di diventare vegetariana, poi vegana e poi, per un determinato periodo, addirittura al fruttariana-crudista. Oggi ha trovato il suo punto di equilibrio adottando una via di mezzo tra le due ultime vie. Sebbene F. sappia, e credo non me ne voglia ;D, come in certe occasioni le posizioni che prende mi appaiano un tantinello estreme, è innegabile che in questo caso la mia amica abbia studiato e sperimentato a lungo su di sé, fino a trovare la strada alimentare che ritiene più congeniale al suo benessere. Lei si dice, e appare, piena di energia e il suo aspetto fresco e luminoso, che obiettivamente le regala degli anni in meno, il suo corpo super snello, scolpito e asciuttissimo, sembrano darle ragione alla grande. Senza contare che anche da un punto di vista etico e ambientale, mi pare uno sforzo apprezzabile. Nonostante i nostri punti di vista siano diversi, o forse proprio per questo, spesso ci confrontiamo sull'argomento, al quale siamo entrambe differentemente interessate. Di sicuro, tra le due sono io quella con meno certezze, poco incline alle svolte, piuttosto tendente al dubbio.

Quale sarà la giusta via? Se anche lo sapessi, la verità è che al momento non mi sento di perseguire certe rinunce, né in nome di (giuste) convinzioni morali, né tantomeno per conquistare lo stato di miglior salute possibile. Preferisco invece attenermi a un consumo moderato o anche molto moderato di certi alimenti, cosa che peraltro mi viene molto facile, perché per inclinazione naturale tendo di più al mondo vegetale che a quello animale. Gli aspetti a cui ad oggi principalmente riservo un'occhio di riguardo sono invece: in primis il rispetto della stagionalità degli alimenti che scelgo e, con le dovute eccezioni, la loro territorialità. Soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti prodotti freschi infatti, raramente acquisto prodotti che non siano italiani, in larga parte mi attengo ai toscani e, quando possibile, apprezzo molto la filiera corta. In sostanza, rinuncio enormemente più volentieri al mango e all'avocado che a una fettina di prosciutto del Prato Magno, o alle fragole a dicembre, rispetto al Parmigiano, alle uova e così via.

sabato 2 agosto 2014

Tutto sommato, niente male.





Vorrei vorrei...

Vorrei sapermi dare lo smalto alle unghie, che pare sia la cosa più banale del mondo, eppure io sono negata.
Vorrei diventare Maestra di Piega con laurea in spazzola-phon-piastra e tutto il corollario, in modo da domare finalmente i miei capelli sempre un po' crespi e pigramente indisciplinati.
Vorrei imparare a truccarmi come Dio comanda.
Vorrei essere più determinata e meno insicura.
Vorrei conoscere trucchi di bellezza e avere la costanza di applicarli; vorrei avere tutte le sere la forza di struccarmi.
Vorrei comprare l'ultimo profumo di Chloè, Roses.
Vorrei riuscire a sostituire almeno una parte dei litri di caffè che bevo con thè verde e tisane, che sono salutari e aiutano a mantenersi giovani e belle, ma il caffè mi piace troppo e certe abitudini sono dure a morire.
Vorrei essere più ferma nei miei buoni propositi e molto più perseverante quando mi dico, "ok basta, da oggi devo riniziare a fare sport".
Vorrei avere denti sani e belli e i capelli lunghi fino al sedere, privi di intrusi bianchi che dovrebbero starsene alla larga per almeno altri 20 anni.
Vorrei che trovassimo la casa che da tempo stiamo cercando.
Vorrei diventare Regina di marmellate, conserve, salse e in generale di tutte le delizie in barattolo e produrne così tante da averne a sufficienza per tutto l'anno e per regalarne a tutti quelli che mi pare, dopo averle confezionate con gusto impeccabile.
Vorrei saper preparare pizze e focacce meglio di Bonci e pasta e pane fatti in casa, come solo le massaie di una volta riuscivano a fare con tanta dedizione e naturalezza.
Vorrei avere più energie e che il tempo scorresse un po' più lento.
Vorrei imparare a lavorare il cioccolato come Aresu e a Pasqua regalare a tutti uova golose, che manco la Lindt.
Vorrei sempre avere fiori freschi in casa, un giardino con tante piante aromatiche da cui staccare direttamente le foglioline e un orto di cui nutrirmi.
Vorrei viaggiare di più.

martedì 22 aprile 2014

Aprile: il grande sonno, il sole, le grigliate e la Pavlova della Bella Addormentata

A Fonzie





Si dice, aprile dolce dormire e io, non sono mai stata più d'accordo.

Vera protagonista del mese, un'improvvisa quanto invincibile ondata di sonno mi è spietatamente piombata addosso, decisa a giganteggiare sui bei progetti e sui buoni propositi primaverili che mi ero immaginata di realizzare. I giorni sono volati e io li ho rincorsi, peccato che, con in dote la flemma della Bella Addormentata, questa corsa fosse alquanto svantaggiata.

E in queste settimane, impostata contro la mia volontà in modalità di risparmio energetico, molte questioni si sono accumulate...

e accumulate...

e molte faccende sono state lasciate al caso




Ci sono stati anche i miei primi, poco convinti, tentativi di remise en forme. 
Direi, lasciamo perdere!
#amaggiononpossofallire
#cominciodomanni
#allaprovacostumemancaancoraunsacco
#celapossofare


Anche se forse ho avuto più successo in altri campi










venerdì 21 marzo 2014

Di primavera, soffici nuvolette di zucchero e ballerine





Ancora non posso credere di averlo fatto. Bastavano solo pochi click (relativamente...). Eppure mi ci sono voluti parecchi anni a decidermi. Ma quelle scossettine elettriche sotto la pelle, quegli sprazzi ingiustificati e improvvisi di euforia e leggerezza sono diventati sempre più insistenti e sempre più difficili da ignorare sebbene, ve lo posso assicurare, io ci abbia provato strenuamente. 
Sempre in bilico tra il “wanna be qualcosa e il non ce la posso fare”, per non sbagliare di norma evito direttamente di provarci, stroncando così il problema a monte; ma stavolta quest’idea continuava a ronzarmi in testa e a punzecchiarmi, procurandomi un bizzarro senso di eccitazione tendente all’ebrezza e a darmi l’impressione di saltellare su soffici nuvolette bianche invece che camminare sul duro asfalto di città. Mi scoprivo a sorridere all’idea di nascosto a me stessa e se allora ci pensavo un po’ più sobriamente constatavo che sorridevo lo stesso.


Sapevo di volerlo fortissimamente, il solo pensiero mi procurava effervescenza, ma lo sforzo caratteriale che mi richiedeva passare dai pensieri ai fatti mi sembrava inarrivabile. Non fraintendetemi, credo spassionatamente che dovendo scegliere tra il rimorso e il rimpianto, il primo sia senz’altro preferibile al secondo, ma sarei molto disonesta, con me stessa prima di tutto, se non ammettessi che indubbiamente tendo molto più a “non fare” ammiccando al rimpianto che ad agire correndo il pericolo di sbagliare (pubblicamente). Avrei quindi sinceramente preferito restarmene comodamente floscia e accartocciata sui miei arzigogolati pensieri, sulle mie astratte fantasie e sulle mie astruse aspirazioni, che lasciare invece i suddetti liberi di dispiegarsi e di uscire fuori da me, dove ero riuscita sinora a tenerli rinchiusi, in modo che gli altri non potessero vederli e quindi, eventualmente, deriderli. Invece questa volta è andata diversamente, mi sono parlata talmente forte e chiaro che ho dovuto ascoltarmi e assecondarmi e lasciarmi libera di fare, o almeno di tentare di fare, quello che mi va. Così ho deciso che questa primavera sarebbe stata la primavera e che finalmente avrei trasformando il condizionale in indicativo. E così è stato, è appena successo. Mi sono (pubblicamente) esposta, sebbene questo mi terrorizzi.

mercoledì 19 marzo 2014

Un'inguaribile ottimista









Ora, per una persona che come me ha certe inclinazioni caratteriali e, se ciò non bastasse, si è formata ed è transitata piuttosto a lungo nel modo della danza (classica, per giunta), niente che non sia perfetto o quanto meno il più possibile vicino alla perfezione sarebbe degno di essere presentato a un qualsivoglia pubblico. La gente come me, quando intraprende qualcosa a cui tiene, sa bene che dovrà lavorare e faticare parecchio e lo fa senza fiatare, a testa bassa e con una disciplina militare. Il risultato però, frutto di una miscela di talento, carattere e applicazione, dovrebbe essere degno di nota, se non ineccepibile, altrimenti non ci si ritiene soddisfatti. E difficilmente lo si è, infatti.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, a compensazione di tanta severità gratuitamente auto indotta, la mia natura è altresì dotata di una massiccia dose di allegra leggerezza che per numerosi altri versi pervade il mio carattere, fornendomi la sufficiente clemenza di fronte alle mie tante imperfezioni. Tutto sommato sono un’inguaribile ottimista che, come una ragazzina, guarda la vita con occhi freschi e divertiti pensando che ogni cosa può ancora accadere e che alla fine andrà tutto bene.


Il nome che ho scelto per il MIO blog nasce da questo punto di partenza (oltre a servirmi da perpetuo promemoria).