Essere o non essere vegetariani? Questo è il dilemma.
Dilemma peraltro estendibile all'essere vegani, fruttariani, o molto altro ancora. Insomma essere più selettivi con il cibo che scegliamo, prendendo decisioni precise, in generale, più restrittive, non solo per quanto riguarda lo stile alimentare ma, a partire da quello, attuando scelte che determinano e condizionano il nostro stile di vita. Le ragioni possono essere svariate: dalla salute all'etica, dall'ambiente alla politica, da ragioni strettamente economiche ad altre semplicemente personali e via discorrendo...
Penso alla mia amica F. che qualche anno fa decise di diventare vegetariana, poi vegana e poi, per un determinato periodo, addirittura al fruttariana-crudista. Oggi ha trovato il suo punto di equilibrio adottando una via di mezzo tra le due ultime vie. Sebbene F. sappia, e credo non me ne voglia ;D, come in certe occasioni le posizioni che prende mi appaiano un tantinello estreme, è innegabile che in questo caso la mia amica abbia studiato e sperimentato a lungo su di sé, fino a trovare la strada alimentare che ritiene più congeniale al suo benessere. Lei si dice, e appare, piena di energia e il suo aspetto fresco e luminoso, che obiettivamente le regala degli anni in meno, il suo corpo super snello, scolpito e asciuttissimo, sembrano darle ragione alla grande. Senza contare che anche da un punto di vista etico e ambientale, mi pare uno sforzo apprezzabile. Nonostante i nostri punti di vista siano diversi, o forse proprio per questo, spesso ci confrontiamo sull'argomento, al quale siamo entrambe differentemente interessate. Di sicuro, tra le due sono io quella con meno certezze, poco incline alle svolte, piuttosto tendente al dubbio.
Quale sarà la giusta via? Se anche lo sapessi, la verità è che al momento non mi sento di perseguire certe rinunce, né in nome di (giuste) convinzioni morali, né tantomeno per conquistare lo stato di miglior salute possibile. Preferisco invece attenermi a un consumo moderato o anche molto moderato di certi alimenti, cosa che peraltro mi viene molto facile, perché per inclinazione naturale tendo di più al mondo vegetale che a quello animale. Gli aspetti a cui ad oggi principalmente riservo un'occhio di riguardo sono invece: in primis il rispetto della stagionalità degli alimenti che scelgo e, con le dovute eccezioni, la loro territorialità. Soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti prodotti freschi infatti, raramente acquisto prodotti che non siano italiani, in larga parte mi attengo ai toscani e, quando possibile, apprezzo molto la filiera corta. In sostanza, rinuncio enormemente più volentieri al mango e all'avocado che a una fettina di prosciutto del Prato Magno, o alle fragole a dicembre, rispetto al Parmigiano, alle uova e così via.